Sono
meridionale, amo il sud e pur vivendo da decenni a nord di questo Paese non ho
dimenticato le mie origini che difendo a denti stretti. Chi mi conosce sa che
spesso sono stato molto critico con il modo di essere delle genti del nord e
indulgente con quelle del sud; è il mio modo di sentirmi meridionale in questa
terra straniera che non sento per niente mia. Questo però non significa che in
alcuni casi possa criticare il meridione per il suo approccio alla
partecipazione del Paese (specialmente in questo momento), ed è il caso
derivante dalla lettura dell’ultimo libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
“Se muore il Sud. Fra le tante cifre e statistiche che i due saggisti propinano
nel loro testo, salta all’attenzione del lettore di come il costo della politica
delle regioni meridionali è sproporzionato rispetto a quelle del settentrione.
Purtroppo bisogna ammettere che la situazione è veritiera e che difficile poter
giustificare le malefatte dei politici locali (“Una classe dirigente seria,
davanti a numeri così, si nasconderebbe per la vergogna in uno sgabuzzino”).
Detto questo e riconosciuto la pessima gestione socio-economica-politica di
regioni come la Sicilia, la Calabria, la Campania, voglio però soffermarmi
sull’operato del Movimento 5 Stelle che nell’ultima campagna elettorale ci
aveva illusi su una “rivoluzione” possibile.
In
Sicilia, ad esempio, il movimento di Grillo e Casaleggio ha trionfato nelle
regionali del 2012 con la promessa che avrebbe dato battaglia per eliminare lo
squilibrio esistente tra la casta e i semplici cittadini. Purtroppo ad oggi
niente di tutto ciò è accaduto (come del resto a livello nazionale): i 15
parlamentari grillini presenti nell’assemblea regionale siciliana hanno potuto
compiere solo un gesto simbolico, la restituzione di parte del loro compenso
pari a 5.000 euro ciascuno da usare come fondo per il microcredito. Più di
questo non hanno potuto e la cosa mi dispiace, allo stesso modo mi dispiace che
non sono stati in grado a livello nazionale di mettere in pratica le promesse
fatte in campagna elettorale. Dopo la vittoria, dai grillini e dai loro capi,
mi aspettavo un sommovimento concreto e deciso per cambiare la nostra classe
dirigente e le brutte abitudini di tutti noi italiani. Purtroppo così non è
stato e lo dimostra proprio l’operato nelle regioni meridionali, luoghi in cui
forse è più urgente una azione dura e pesante da parte di chi vuol fare piazza
pulita del marciume che permea l’Italia.
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