“La fabbrica di Ivrea, pur agendo in un
mezzo economico e accettandone le regole, ha rivolto i suoi fini e le sue
maggiori preoccupazioni all’elevazione materiale, culturale, sociale del luogo
ove fu chiamata ad operare, avviando quella regione verso un tipo di comunità
nuova ove non sia più differenza sostanziale di fini tra i protagonisti delle
sue umane vicende, della storia che si fa giorno per giorno per garantire ai
figli di quella terra un avvenire, una vita più degna di essere vissuta.
La nostra Società crede perciò nei valori
spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei
valori della cultura, crede, infine, che gli ideali di giustizia non possono
essere estraniati dalle contese ancora ineliminate tra capitale e lavoro. Crede
soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di
elevazione e di riscatto.
Questo stabilimento riassume le attività e
il fervore che animano la fabbrica di Ivrea. Abbiamo voluto ricordare nel suo
rigore razionalista, nella sua organizzazione, nella ripetizione esatta dei
suoi servizi culturali ed assistenziali, l’assoluta indissolubile unità che la
lega ad essa e ad una tecnica che noi vogliamo al servizio dell’uomo onde
questi, lungi dall’esserne schiavo, ne sia accompagnato verso mete più alte,
mete che nessuno oserà professare perché sono destinate dalla Provvidenza di
Dio”.
Nessun commento:
Posta un commento