Ciclica testimonianza del nostro
osceno modo di vivere
il Natale è vuoto rigenerante
della solitudine.
L’uomo affacciato sul suo nulla
sotto luminarie iridescenti
indossa lo spirito buono
credendosi libero
intrappolato nella tristezza
della lussuria organizzata.
La ridondanza del nulla nella
festività
in cui ci lasciamo alle spalle i
vuoti
prosegue nell’attimo luminoso che
porta
in fondo al tempo nero e ci morde
l’anima.
Ognuno con il proprio diavolo
sotto il cielo delle solitudini
si lascia cullare dal caldo
torpore dell’inganno.
Non c’è coerenza tra l’essere e
il circondante
così veloce nel suo rapinare che
ci rifiutiamo di affrontare
la tristezza nel tempo lungo di
una risposta non arrivata.
E’ tutta cenere che si tiene
insieme
a produrre il nefando olezzo dei
salotti
scintillanti di vituperevoli
creature assetate di niente
sotto il cielo sporco di una
sporca umanità.
Siamo già tanto umiliati da
immagini false
e scambi di grazie e inchini da
monnezza morale
che il conforto decrescente degli
stati raggiunti
non può cancellare la semplice
dolcezza di un momento pulito
come il mio Buon Natale!
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