“Si
manifestava in lui come un senso di vuoto, un vuoto famelico, pungente e
bramoso, che reclamava di essere riempito. Era una sensazione dolorosa e
inquietante che solo le carezze o la presenza della nuova divinità potevano
calmare. In quei momenti l’amore era una gioia per lui, e gli dava un senso di
appagamento violento ed elettrizzante. Non appena la divinità si allontanava,
la pena e l’irrequietezza riapparivano. Insorgeva un senso di vuoto e la fame
lo rodeva senza sosta”.
Jack
London
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