Ricevo in questo momento le parole di cordoglio che Paolo Vachino, poeta e intellettuale, ha voluto dedicare a Nelson Mandela; non potevo non condividere con tutti quelli che mi leggono queste bellissime e profonde parole di riconoscenza per un uomo che ha fatto molto per la giustizia e la libertà.
A Nelson Mandela
a quella sua faccia tonda come una mela
con al posto della buccia una scorza delicata
come la forza della sua scalata al potere
non da detenere ma da condividere
fra tutti i neri e tutti i bianchi
stanchi di un’assurda discriminazione
per colpa di un colore troppo scuro,
Madiba che ha lottato tutta la vita
per abbattere il muro dell’odio e della segregazione
ha creduto nella liberazione ogni giorno
e dal primo giorno di ritorno in libertà
ha protetto la sacralità di una nazione
dicendo che un popolo è fatto di persone
e non di schiavi ignari di rispetto
al cospetto d’ignavi bianchi colonizzatori
untori di violenza e di repressione,
Madiba che ha dato al mondo la più grande
lezione di rispetto per i nemici cruenti avversari
prosciugando i mari della vendetta
e portando acqua nei deserti
delle intolleranze razziali,
ha aperto le stanze della sua casa
facendo tabula rasa di anni di impegno
con il ritegno e il pudore di un vecchio
elefante che sceglie la terra in cui morire,
così ha cercato il gioire della domesticità
dopo ere di clandestinità rivoluzionaria,
Madiba che ha ripulito l’aria di questo nostro pianeta
con la fede folle di un’asceta della pace
perché se nell’uomo non tace l’amore
il rumore dell’utopia non rimane
solo cosa tua e cosa mia
ma diventa storia di una nazione
che ha scelto la riconciliazione
al rancore perpetuo e distruttore
ha scelto l’amore del dialogo e del rispetto
anche in un luogo così negletto e lontano.
Madiba che chiude la mano
e stringe il pugno al cielo
il petalo della libertà in cima al suo stelo più nero.
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