Leggere “Quintino
Sella. Ministro delle Finanze” di Fernando Salsano (Ed. Il Mulino) porta
inevitabilmente ad alcune riflessioni, fra cui le più interessanti a mio modo
di vedere sono due: una riguarda la tassazione delle classi meno agevoli di
questo Paese, l’altra su un’opinione piuttosto frequente ma sbagliata sul “peso
economico” del Sud riguardo le finanze dell’intera nazione.
“Immaginate un
Paese la cui economia non cresce mentre cresce il debito pubblico. I suoi
governi sono incalzati dai creditori esteri, i giovani intraprendenti emigrano,
la politica è rissosa, il giornalismo spesso stridulo, l’ordine pubblico
precario. Per far passare le leggi finanziarie occorre fare ricorso a un unico “maxiemendamento”
e per far quadrare il bilancio si parla di vendere beni pubblici. No, non si
tratta dell’Italia di oggi, bensì di quella di 150 – 120 anni fa: per quanto
una certa retorica patriottica abbia cercato di minimizzare, i primi decenni
dell’unità furono chiaramente un disastro economico nel quale molte delle
speranze di una rapida crescita andarono deluse”.
Si legge che
per risollevare le finanze dello stato, Quintino Sella all’epoca ministro non
trovò di meglio che tassare il macinato, colpendo così fortemente il tenore di
vita dei meno abbienti e dei ceti rurali. “La vera tassa sul povero – è scritto
in un discorso sul dazio sul macinato riportato da Salsano – sta nella sfiducia”,
intendendo la sfiducia nel capitale che “si nasconde” anziché finanziare
investimenti . Come dire la storia si ripete sempre alla stessa maniera.
Ancor più
interessante è apprendere che il debito pubblico (per cui le tasse sui
poveracci e ricordiamolo ceti rurali e meno abbienti erano categorie prevalenti
al Sud) del nascente Stato unitario era dato da “il cospicuo debito del Regno di Sardegna,
contratto per le due prime guerre di indipendenza, dal debito ereditato dagli
stati pre-unitari, in particolare dello stato pontificio nel 1870; per non
parlare delle continue richieste di fondi da parte della politica per
finanziare il completamento dell’avventura risorgimentale”.
Per definire
questa situazione nei riguardi del meridione, si può usare una colorita
enunciazione: cornuti e mazziati!
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