E ho pensato
che forse le ragioni della mia infelicità erano dentro di me anzichè fuori; che
avevo continuato a disamorarmi di ogni donna e lavoro e storia appena accennava
a perdere la sua magia iniziale solo perché non ero in grado di sostenere una
responsabilità adulta né di interpretare in modo positivo i comportamenti
evoluti della nostra specie. Ho pensato che forse quella che io chiamavo
leggerezza era una forma di superficialità egoista che mi spingeva a scappare
invece di affrontare le sfide della vita, e quello che chiamavo peso era la
giusta consistenza delle cose. Ho pensato che forse avrei finito per ritrovarmi
sempre nella stessa situazione con qualunque donna, passata la fase dello
slancio e del divertimento e della scoperta. Ho pensato che forse non era più
il momento di inseguire e cercare e stupirsi ma di fermarsi e accettare e
costruire, uscire dalla provvisorietà effimera e inaffidabile dell'adesso per
addentrarsi a passi marcati nel domani.
Andrea De Carlo
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