Si è
parlato di “Doppio Livello” ieri sera durante la presentazione del libro di
Stefania Limiti dallo stesso titolo; un lavoro di ricostruzione di una
moltitudine di procedimenti giudiziari che hanno tormentato il nostro Paese. Il
libro è un testo importante per capire cos’è stata la “strategia della
tensione” con i diversi accadimenti che dal 1955 in poi hanno funestato
l’Italia: un materiale enorme, fatto di cronache ma soprattutto di
testimonianze inedite e decisive per comprendere le infiltrazioni straniere nel
vissuto della politica italiana. Si racconta la nascita della Rete Atlantica e i
condizionamenti che la stessa ha prodotto attraverso la collaborazione di
gruppi neofascisti esistenti sul territorio come Ordine Nuovo e Avanguardia
Nazionale che diventeranno pedine fondamentali dello stragismo. Un doppio
livello che vede infiltrarsi uomini della NATO e funzionari della CIA in
ambienti costruiti per avere un controllo totale sulla Nazione, come la P2;
non solo, si parla anche degli uomini
che hanno tenuto le redini di questo “controllo”, primo fra tutti quel Giulio
Andreotti che in simbiosi con gli uomini americani ha eterodiretta l’Italia.
Personalmente,
però, non sono d’accordo sull’impossibilità a conoscere i mandanti e gli
esecutori materiali delle molte stragi che negli anni hanno funestato il paese.
Qui provo, cosi come fatto nel mio intervento, a rispondere su chi sono i
mandanti e di chi la responsabilità di quanto accaduto.
Premetto
che non entro nel merito delle vicende giudiziarie, di cui molte ormai
giudicate dai tribunali e con sentenze definitive; la mia è una analisi
prettamente politica in cui non c’è da stupirsi dell’esistenza di un “doppio
livello” nei gangli della politica italiana. A me il “doppio livello” non
meraviglia poiché sappiano, e noi italiani ne siamo ben consci, che subito dopo
il secondo conflitto mondiale con la nascita dei “blocchi contrapposti”
l’Italia viene a trovarsi come “terra di mezzo” fra le due aree di influenza
geopolitica; non solo ma bisogna ricordare che il nostro è il Paese dove opera
il più grande Partito Comunista d’Europa (e questa è una differenza sostanziale
con tutte le altre nazioni del continente). Da qui la necessità da parte degli
Stati Uniti di avere un controllo capillare del nostro paese e questo avviene
avvalendosi della destra nazionale a livello politico e dell’estrema destra con
gruppi più o meno clandestini per quel che riguarda la manovalanza per la
destabilizzazione della nazione. Di qui la conseguente risposta a chi sono i
mandanti (gli americani) e chi i responsabili degli atroci accadimenti (la
destra nazionale).
Tesi
confutata da una delle svolte cruciali della politica italiana. Infatti ci si
chiede quando cominciamo a capire e l’opinione pubblica ad essere informata di
quanto accade nel paese? Credo di non essere smentito quanto individuo la
svolta berlingueriana con la presa di distanza dai paesi del blocco socialista
del PCI e l’invenzione dell’Eurocomunismo come momento cruciale dell’individuazione
a livello pubblico del “doppio livello”. Da questo momento in poi gli Stati
Uniti sentendosi più tranquilli cominciano a mollare la presa (anche se ritengo
che ancora oggi in modo più blando gli stessi continuano a monitorare tutte le “azioni
politiche” che si sviluppano) e intervengono solo quando le condizioni lo richiedono.
In questo caso altro punto di svolta è il rapimento e l’assassino di Aldo Moro.
Ricordo che il rapimento Moro avviene la mattina in cui il presidente del
consiglio sta per recarsi in parlamento e chiedere la fiducia sul nuovo governo
costituente (un governo che l’Italia non ha mai avuto) quello del “compromesso
storico” tra la DC e il PCI. Segno che agli Sati Uniti non piace per niente (e
ancora oggi i fatti lo dimostrano) una conduzione politica della Nazione da
parte dei comunisti italiani. Per cui fin quando continueremo ad essere
considerati “figli illegittimi” dell’America e non riusciremo a staccare il
cordone ombelicale che ci lega indissolubilmente a questo paese ci troveremo
sempre ad avere un “doppio livello” politico nella conduzione del nostro Pese.
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