“E’
giunto amore finalmente. Nasconderlo sarebbe vergogna assai più grave che
svelarlo. Commossa dai miei versi, Venere lo portò sino a me, tra le mie
braccia, compì la sua promessa. I miei peccati li racconti chi si dirà non ebbe
i suoi. Io quasi non vorrei neppure scriverli: prima di lui, temo li legga un
altro. Ma giova aver peccato. Mi disturba atteggiare il mio volto alla virtù.
Si dirà che son degna di lui, e lui di me”.
Sulpicia
(Tibullo)
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