giovedì 12 dicembre 2013

Sud Sud Sud

Sono meridionale, amo il sud e pur vivendo da decenni a nord di questo Paese non ho dimenticato le mie origini che difendo a denti stretti. Chi mi conosce sa che spesso sono stato molto critico con il modo di essere delle genti del nord e indulgente con quelle del sud; è il mio modo di sentirmi meridionale in questa terra straniera che non sento per niente mia. Questo però non significa che in alcuni casi possa criticare il meridione per il suo approccio alla partecipazione del Paese (specialmente in questo momento), ed è il caso derivante dalla lettura dell’ultimo libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella “Se muore il Sud. Fra le tante cifre e statistiche che i due saggisti propinano nel loro testo, salta all’attenzione del lettore di come il costo della politica delle regioni meridionali è sproporzionato rispetto a quelle del settentrione. Purtroppo bisogna ammettere che la situazione è veritiera e che difficile poter giustificare le malefatte dei politici locali (“Una classe dirigente seria, davanti a numeri così, si nasconderebbe per la vergogna in uno sgabuzzino”). Detto questo e riconosciuto la pessima gestione socio-economica-politica di regioni come la Sicilia, la Calabria, la Campania, voglio però soffermarmi sull’operato del Movimento 5 Stelle che nell’ultima campagna elettorale ci aveva illusi su una “rivoluzione” possibile.


In Sicilia, ad esempio, il movimento di Grillo e Casaleggio ha trionfato nelle regionali del 2012 con la promessa che avrebbe dato battaglia per eliminare lo squilibrio esistente tra la casta e i semplici cittadini. Purtroppo ad oggi niente di tutto ciò è accaduto (come del resto a livello nazionale): i 15 parlamentari grillini presenti nell’assemblea regionale siciliana hanno potuto compiere solo un gesto simbolico, la restituzione di parte del loro compenso pari a 5.000 euro ciascuno da usare come fondo per il microcredito. Più di questo non hanno potuto e la cosa mi dispiace, allo stesso modo mi dispiace che non sono stati in grado a livello nazionale di mettere in pratica le promesse fatte in campagna elettorale. Dopo la vittoria, dai grillini e dai loro capi, mi aspettavo un sommovimento concreto e deciso per cambiare la nostra classe dirigente e le brutte abitudini di tutti noi italiani. Purtroppo così non è stato e lo dimostra proprio l’operato nelle regioni meridionali, luoghi in cui forse è più urgente una azione dura e pesante da parte di chi vuol fare piazza pulita del marciume che permea l’Italia.         

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