venerdì 10 gennaio 2014

Di nuovo in gioco



Il mondo del cinema non può prescindere da determinate figure che nobilitano la stessa arte: Clint Eastwood è una di queste. Del vecchio divo hollywoodiano si è detto tutto e non ci si stancherà mai di ringraziarlo per le tante emozioni che ha saputo suscitare nella sua lunga carriera. Anche in questo film, interpretato dopo che lo stesso attore aveva annunciato il suo ritiro dalle scene, c’è un Eastwood in grandissima forma che ancora una volta sa toccare le corde profonde dell’animo umano. Pur se il film nel complesso risulta tantino rabberciato, alcune carenze, alcune pause vengono sopperite dall’interpretazione del grande attore e in fin dei conti fa rientrare a pieno merito questa pellicola nel filone del cinema classico americano. 

E’ un film tipicamente americano, così come tipicamente americana è la storia che si racconta; d'altronde trattandosi di una pellicola sul baseball non poteva essere diversamente. Quello che colpisce al di là della storia, oltre l’interpretazione del grande vecchio, già esplicata, è lo scenario in cui si muovono i personaggi, con l’America profonda (quella che più piace a me) a fare da sfondo a una storia che vede sviluppare il rapporto padre-figlia non tralasciando altri argomenti di profonda umanità: come l’arrivismo professionale di questi ultimi tempi, caratterizzato da fandonie, soprusi e alterigia; oppure una relazione sentimentale che travalica i tempi moderni e si rifà a certi sentimentalismi d’altri tempi e per finire l’analisi (questa sì un pò sulle righe) del tempo che passa e l’affronto alla vecchiaia. Un film tutto da vedere che per quanto possibile riesce a far riflettere sugli argomenti appena accennati.




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