La Quaresima è
un tempo di conversione e questo cammino lungo quaranta giorni può essere
proficuo se accompagnato da momenti di preghiera, digiuno e penitenza. Non si
tratta però di una serie di pratiche religiose da vivere esteriormente, quanto
piuttosto di un atteggiamento di vita, di un cambiamento di stile che può
essere stimolato da alcune riflessioni.
La risposta che
offre papa Francesco è che anzitutto ci viene offerto uno stile di vita, quello
di Gesù che da ricco che era si è fatto povero, che si è manifestato non nella
potenza ma nella debolezza, che si è fatto piccolo per essere come noi. Farsi
povero allora diventa per Cristo il modo per mostrarci qual è il suo stile di
vita, per dimostrarci il suo amore per noi e per farci ricchi. Su questa
espressione dell’apostolo Paolo si sofferma anche papa Francesco: “Lo scopo del
farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo –
«...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di
un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! E’ invece una sintesi della
logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce.
Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di
chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico. Non è questo
l’amore di Cristo!”.
Tornano alla
mente le parole di Francesco delle Lodi a Dio Altissimo “Tu sei tutta la nostra
ricchezza” e capiamo con lui che la povertà di Cristo se vissuta come distacco
dalle cose non solo arricchisce, ma rende liberi da condizionamenti e vincoli.
Tutti siamo chiamati a vivere la povertà qui ed ora, perché si tratta di uno
stile di vita, lo stile evangelico che Cristo prima di tutti ci ha insegnato.
Francesco e
Chiara combattevano contro la povertà imposta cercando per quanto nelle loro
possibilità di ristabilire la giustizia: la scelta ad esempio di vendere la
loro eredità e darne il ricavato ai poveri era stata fatta proprio con questo
intento, così come ad esempio, la scelta di Chiara di lavorare e distribuire il
ricavato dei manufatti ai poveri, senza trattenerlo per se e per la loro
sussistenza, affidarsi invece alla Provvidenza, mandando per le elemosine. Come
sottolinea anche papa Francesco: “Quando il potere, il lusso e il denaro
diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione
delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla
giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione.” Papa Francesco
distingue poi tra miseria e povertà, ricordando che la miseria è “la povertà
senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi
di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. Il
nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le
violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti
casi, sono all’origine della miseria.”
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