mercoledì 5 marzo 2014

Quaresima



La Quaresima è un tempo di conversione e questo cammino lungo quaranta giorni può essere proficuo se accompagnato da momenti di preghiera, digiuno e penitenza. Non si tratta però di una serie di pratiche religiose da vivere esteriormente, quanto piuttosto di un atteggiamento di vita, di un cambiamento di stile che può essere stimolato da alcune riflessioni.

La risposta che offre papa Francesco è che anzitutto ci viene offerto uno stile di vita, quello di Gesù che da ricco che era si è fatto povero, che si è manifestato non nella potenza ma nella debolezza, che si è fatto piccolo per essere come noi. Farsi povero allora diventa per Cristo il modo per mostrarci qual è il suo stile di vita, per dimostrarci il suo amore per noi e per farci ricchi. Su questa espressione dell’apostolo Paolo si sofferma anche papa Francesco: “Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! E’ invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico. Non è questo l’amore di Cristo!”.

Tornano alla mente le parole di Francesco delle Lodi a Dio Altissimo “Tu sei tutta la nostra ricchezza” e capiamo con lui che la povertà di Cristo se vissuta come distacco dalle cose non solo arricchisce, ma rende liberi da condizionamenti e vincoli. Tutti siamo chiamati a vivere la povertà qui ed ora, perché si tratta di uno stile di vita, lo stile evangelico che Cristo prima di tutti ci ha insegnato.

Francesco e Chiara combattevano contro la povertà imposta cercando per quanto nelle loro possibilità di ristabilire la giustizia: la scelta ad esempio di vendere la loro eredità e darne il ricavato ai poveri era stata fatta proprio con questo intento, così come ad esempio, la scelta di Chiara di lavorare e distribuire il ricavato dei manufatti ai poveri, senza trattenerlo per se e per la loro sussistenza, affidarsi invece alla Provvidenza, mandando per le elemosine. Come sottolinea anche papa Francesco: “Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione.” Papa Francesco distingue poi tra miseria e povertà, ricordando che la miseria è “la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. Il nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria.”  

  

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