domenica 2 marzo 2014

Les Miserables





















Trasporre un’opera letteraria come “I Miserabili” di Victor Hugo in teatro o al cinema è impresa pressoché ardua; il testo dell’autore francese è un’enciclopedia della società dell’Ottocento che difficilmente si può interpretare in tutte le sue sfaccettature. Meritoria è questa versione di Tom Hooper che prende spunto dal musical più longevo nel West End per farne un film brillante e divertente. Certo de “I Miserabili” prende solo alcune parti e secondo me nemmeno tutte le più importanti, ma questo non può essere definito un difetto dal momento che abbiamo già detto la difficoltà a trasporre per intero lo stesso romanzo.

Il film/musical prende le mosse dalla reclusione del condannato ai lavori forzati (19 anni) Jean Valjean (prigioniero numero 24601) che sta scontando la pena per aver rubato un tozzo di pane per sfamare suo nipote. Ottenuta la libertà a seguito di una amnistia, prova a ricostruirsi una vita e con dignità dopo aver sperimentato la carità di Monsignor Myriel, Valjean decide di cambiare radicalmente vita assumendo il nome di Monsieur Madeleine e diventando sindaco e imprenditore arricchito a Montreuil sur Mer. Purtroppo deve fare i conti son il suo vecchio carceriere Javert che non mollerà mai la presa, convinto com’è che un ladro non possa che perseverare nel male. Valjean continua comunque la sua avventura, salvando e proteggendo Fantine, donna indifesa e alla mercé delle più becere nefandezze umane; le promette di prendersi cura della sua bambina (affidata a due loschi locandieri profittatori) Cosette e alla morte della madre, ne diventa padre e madre insieme. Gli anni passano e sullo sfondo delle prime avvisaglie della rivoluzione, Cosette cresce così come cresce l’ossessione di Javert per Valjean e fino alla fine della pellicola è questo il tema predominante di tutta la storia.


Ripetiamo, questa del musical è un’operazione temeraria, riuscita ottimamente, impreziosita com’è dalla performance canora degli attori, sui cui volti si svolge la parabola di un uomo e di una nazione. Emotivamente il film rende al massimo e qualche lacrima sicuramente scappa, specialmente nelle scene più intime. 





    







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